Wednesday, February 25, 2009

inter-manu



un 0 a 0 utile. un pomeriggio divertente con un inglese convertito (peter) e jp.



ein nuetzliches 0 zu 0. ein vergnueglicher nachmittag mit einem konvertierten englaender (peter) und jp

Tuesday, February 24, 2009

la storia del signor Franco



In onore della partita di oggi, eccovi dedicato un piccolo racconto...

Il calcio, oltre a quelle sul campo, crea storie fantastiche, quasi senza rendersene conto. sono racconti con protagonisti unici e strampalati, figli di una passione senza limiti. le loro storie ed emozioni - che a prima vista appaiono al limite della finzione - sono molto piu’ vere dello spettacolo a cui assistono domenica per domenica.

Questa e’ la storia del signor Franco. Immaginatevelo come il pensionato della porta accanto, magro, oltre la sessantina, sempre con la cravatta sotto il maglione con il collo a “V” e il cappello in testa. Espressione dolce, accento veneto e un abbonamento allo stadio dal ’69. E non pensate che un personaggio cosi’ si accontenti di uno stadio qualsiasi: lui e’ un abbonato della Scala del calcio.

Cosi’ il signor Franco, da decenni ormai, la domenica lascia la famiglia, prende la corriera e scorrazza su e giu’ per l’intera pianura padana per vedere e sostenere la sua squadra. E fin qui, il ritratto potrebbe essere di un tifoso qualsiasi, come ce ne sono un’unfinita’. Uno dei tanti che si sono innamorati di questo gioco proprio come descrive Nick Hornby in “Febbre a 90’” ovvero “mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con se’”.

Ma ecco che irrompe l’originalita’, il genio artistico del tifoso, l’estro come minimo pari al piede mancino di un indimenticato campione sudamericano. Il signor Franco infatti assiste e non assiste alle partite che va a vedere. Ovvero ogni volta le abbandona immancabilmente sul piu’ bello per lasciarle nella sua memoria come dei dipinti incompiuti, per viverle come nessun altro le vive. partite finite in realta’ 3 a 2 con finali rocamboleschi e incandescenti per lui terminarono con uno striminzito e magari noioso 1 a 0.

Mentre di regola riesce a controllare il suo impeto di lasciare la sua seggiola color arancione fino al sessantesimo minuto, e’ perfino capitato che abbia abbandonato lo stadio dopo il riscaldamento della sua squadra: infatti non era possibile che l’allenatore avesse schierato quell’ala da quattro soldi! solo al rientro qualcuno ebbe il coraggio di dirgli che in realta’ quel giocatore non era sceso in campo…

Di certo in questi quattro decenni, pur essendo sempre presente, non ha visto la meta’ dei gol che ha visto il secondo anello di san siro. E per noi, abbonati seduti attorno a lui, diventava piu’ divertente pronosticare l’attimo in cui si sarebbe alzato, piuttosto che il prossimo avvenimento in campo.

Ho sempre pensato che l’irrimediabilita’ di quell’abbandono fosse uno strano modo scaramantico o piuttosto una forma di ribellione alle decisioni prese da allenatori e/o arbitri. Una personalissima protesta per palesare la propria disapprovazione per un passaggio errato a centrocampo che senza il suo gesto sarebbe passato inosservato e dimenticato immediatamente. Io, abbonato alla seggiola proprio dietro di lui, a volte vivevo questi abbandoni come disaffezione, si’, tradimento, come mancanza di sofferenza comune. Lui invece raccontava che suo cardiologo gli avesse suggerito questo comportmento per evitare patemi d’animo inutili e troppo pericolosi per la salute. Diciamo che non gli abbiamo mai davvero creduto. Ma a dispetto di tutte queste ipotetiche spiegazioni, fu solo anni dopo che compresi la vera ragione del suo comportamento.

Infatti, incontrandolo per i meandri dello stadio prima della partita, gli raccontai che anche io, una sola volta, avevo lasciato lo stadio prima che l’arbitro fischiasse la fine. Era una partita degli anni bui, dove – come poi avremmo scoperto – chi avrebbe dovuto vincere secondo un copione scritto prima, ricevette e segno’ un rigore inventato al novantesimo. Lui, intuendo la partita di cui stavo parlando capi’ che si trattava di quella volta quando la nostra squadra aveva poi pareggiato miracolosamente quel regalo con un gol assurdo, al 96o, per giunta siglato dal nostro portiere. E in quel momento un sorriso radioso, come un bambino, illumino’ la sua faccia rugosa e disse: “Allora mi capisci ! Vero, che e’ la cosa piu’ bella del mondo, sentire il boato di gioia di ottantamila e lo stadio che esplode dietro di te?!?”

Oggi il signor Franco ha cambiato posto, e, non lo nego, da compagno di mille sofferenze e gioie domenicali, il suo rituale mi manca. Ma quando giungono gli ultimi dieci minuti mi piace sempre immaginarmelo li’, solo ai bordi dell’immenso piazzale di san siro che sta abbandonando lentamente, con lo stadio che esplode di gioia alle sue spalle e lui, che senza girarsi ride come un bambino in faccia alle avversita’ della vita.

***

Eine Kurzgeschichte als Einstimmung zum Spiel heute abend...

Die Geschichte des Signor Franco

Der Fussball schreibt, nebst denen auf dem Feld, fantastische Geschichten, fast ohne sich dessen gewahr zu sein. Es sind Erzählungen mit einzigartigen und sonderbaren Hauptfiguren, Ausfluss einer grenzenlosen Leidenschaft. Ihre Geschichten und Emotionen – welche auf den ersten Blick am Rande der Fiktion erscheinen – sind um Meilen echter als das Spektakel, dem sie Sonntag für Sonntag beiwohnen.

Dies ist die Geschichte des signor Franco. Stellt ihn euch vor als den Pensionierten vom Haus nebenan, hager, über sechzig, immer mit der Kravatte unter dem Pullover mit dem “V”–Ausschnitt und einem Hut auf dem Kopf. Sanfter Ausdruck, venetianischer Akzent und eine Stadion–Saisonkarte seit 1969. Und denkt nicht, dass sich so jemand mit dem erstbesten Stadion begnügt: Er ist ein Saisonkarten–Besitzer in der Scala des Fussballs.

So kommt es, dass signor Franco, seit Jahrzehnten nun bereits, am Sonntag seine Familie verlässt und mit dem Autobus die gesamte Poebene hoch und runter fährt, um seine Mannschaft zu sehen und zu unterstützen. Und bis hierhin, könnte die Beschreibung auf irgend einen beliebigen Fan zutreffen, wie es sie zuhauf gibt. Einer der vielen, die sich in dieses Spiel vernarrt haben, genau wie es Nick Hornby in “Fever pitch” beschrieben hat, d.h. “Ich verliebte mich in den Fussball, wie ich mich später in Frauen verlieben sollte: plötzlich, unerklärlich, unkritisch und ohne einen Gedanken an den Schmerz und die Zerrissenheit zu verschwenden, die damit verbunden sein würden.“

Aber genau an diesem Punkt setzt die Einzigartigkeit, das kuenstlerische Genie dieses Fans ein, eine Eingebung, die zumindest der des linken Fusses eines unvergessenen südamerikanischen Ausnahmekönners entspricht. Signor Franco nämlich, wohnt den Spielen, die er schauen geht bei aber auch nicht. Oder besser, er verlässt diese jedes mal unausweichlich auf dem Höhepunkt, um sie in seiner Erinnerung wie unvollendete Gemälde zu erhalten, um sie auf eine Art zu erleben, wie niemand anderer. Spiele, die in der Realität mit sich ueberstuerzenden Ereignissen 3 zu 2 ausgegangen sind, sind fuer ihn mit einem knappen und vielleicht gar langweiligen 1 zu 0 geendet.

Wohingegen er normalerweise diesen ureigenen Drang, seinen orangefarbenen Platz zu verlassen, bis zur sechzigsten Minute unter Kontrolle halten kann, ist es gar vorgekommen, dass er das Stadion während des Warmlaufens der Spieler seiner Mannschaft verlassen hat: es konnte nicht sein, dass der Trainer einen so unfähigen Fluegelspieler aufgestellt hatte! Nur bei der Ruekkkehr fand jemand den Mut, ihm nicht unvergnuegt mitzuteilen, dass der besagte Spieler dann gar nicht gespielt hatte… Jedenfalls hat er in den vergangenen vier Jahrzehnten, obwohl fast immer anwesend, nicht die Hälfte der Tore gesehen, denen der zweite Ring des San Siro-Stadions beigewohnt hatte.

Und für uns, Saisonkartenhalter rund um ihn herum, wurde es mit der Zeit beinahe unterhaltsamer den genauen Zeitpunkt vorauszusagen, in dem er aufgestanden wäre, als jegliches Ereignis auf dem Spielfeld.

Ich habe immer gedacht, dass die Unausweichlichkeit dieses Verlassens eine seltsame Form von Aberglauben darstellte oder eher noch eine Form von Rebellion gegen Entscheidungen des Trainers oder des Schiedsrichter. Eine höchstpersönliche Protestform, um seine Missbilligung eines Fehlpasses im Mittelfeld zu offenbaren, dem, ohne seine Geste, niemand Beachtung geschenkt hätte und sofort vergessen worden ware.

Ich, abonnierter Zuschauer des Sitzes direkt hinter ihm, erlebte diese fluchtartigen Abgänge als Enfremdung, ja, Hochverrat, als Fehlen jeglichen gemeinsamen Leidens. Er hingegen erzählte, dass sein Kardiologe ihm dieses Verhalten nahe gelegt hatte, um all zu gefährliche und unnötige Seelenleiden für seine Gesundheit zu vermeiden. Sagen wir, dass wir ihm nie richtig geglaubt haben. Aber abgesehen von all diesen möglichen Erklärungen, habe ich erst Jahre später den wahren Grund seines Verhaltens verstanden.

Als ich ihn nämlich einmal vor dem Spiel in den Wirrgängen des Stadions antraf, erzählte ich ihm, dass auch ich, ein einziges Mal, das Stadion vor dem Schlusspfiff verlassen hatte. Es war ein Spiel der dunklen Jahre, wo – wie wir später herausfinden sollten – wer gemäss einem vorher geschriebenen Drehbuch hätte gewinnen sollen, in der neunzigsten Minute einen Elfmeter zugesprochen bekam und verwandelte. Er erahnte sogleich das Spiel, von dem ich zu sprechen begonnen hatte, ein Spiel, in dem unsere Mannschaft auf wundersame Art und Weise das zuvor gegebene Geschenk ausglich, dazu noch mit einem widersinnigen Tor, in der 96. Minute, durch unseren Torhüter. Und in diesem Augenblick erleuchtete ein strahlendes Lachen sein faltenreiches Gesicht und er sagte: “Also nun verstehst du mich doch! Ist es nicht das Schönste der Welt, aus dem Nichts den freudigen Aufschrei, das Dröhnen von Achtzigtausend zu hören und das Stadion, das förmlich hinter dir explodiert?!?”

Heute sitzt signor Franco an einem anderen Platz, und, ich leugne es nicht, als Gefährte unzäliger sonntäglicher Freuden und Qualen, fehlt mir sein Ritual. Aber wann immer die letzten zehn Minuten anbrechen, gefällt es mir, ihn mir vorzustellen, wie er alleine am Rande des riesigen Vorplatzes des San Siro steht, den er langsam und einsam verlässt, und weiter wie plötzlich hinter ihm das Stadion vor Freude platzt und er, ohne sich umzudrehen, wie ein Kind den Widrigkeiten des Lebens ins Gesicht lacht.

Sunday, February 22, 2009

first high afternoon tea @ our place



carissima visita di katharina, stefan & la piccola marie. :O)



ganz netten besuch von katharina, stefan & little marie. :O)

Monday, February 16, 2009

e se ne vaaaaaaa, la capolista se ne vaaaaaaa!



ciao a tutti

scala del calcio. finalmente derby. atmosfera elettrizzante: sembra l'album delle figurine in campo. striscione x maldini nella nord. un saluto x un rivale che se lo e' meritato in campo e fuori. poi via tra gol mangiati e la gioia del doppio vantaggio. sogni di goleada. gol divorati. una rovesciata che poteva diventare leggenda, ma finisce alta. poi un papero che prova a rovinare la festa. 20 minuti interminabili. julio ci mette il piedino (che paratona!) ed e' davvero finita. i cugini a -11 e il capitano che saltella da solo sotto la nord...

adesso sono le tre. esausto. felice. senza voce.

ps. quiz per chi vuol venire la prossima volta: a memoria, qual'e' il posto, la fila e il settore nostro??? mica tutti saranno dei grandi come micu...



hallo zusammen

an der scala des fussballs. endlich derby. elektrisierende atmosphaere: auf dem feld das gesamte panini-album. in der nordkurve transparent fuer maldini (letztes derby). ein gruss an einen gegner, der es sich auf dem feld und draussen verdient hat. dann los mit verpassten toren und der freude des doppelten vorsprungs. traeume eines haushohen sieges. klaeglich verpatzte chancen. ein fallrueckzieher, der haette legende werden koennen, aber knapp zu hoch. dann eine ente, die versucht, das fest zu ruinieren. 20 unendliche minuten. julio setzt den fuss richtig (was fuer eine parade!). und dann ist es wirklich aus. unsere cousins bei -11 und der capitano, der alleine unter der curva nord rumhuepft...

nun ist drei uhr. bin ausgepumpt. gluecklich. ohne stimme.

ps. quiz fuer all die, die naechstes mal mitkommen wollen: aus dem gedaechtnis, welches ist der sitz, die reihe und der sektor unserer plaetze?

Sunday, February 8, 2009

flying pigs!


pazzo, ma vero!!! sara' la crisi finanziaria o il riscaldamento globale ma una cosa e' certa: il mondo non e' piu' come prima, tutto e' sottosopra e ora davvero tutto e' diventato possibile (si dice che alcuni scienziati siano perfino vicini alla scoperta di maiali volanti):

patrick elmer, in arte memi, primo a confermare ufficialmente la partecpazione e pertanto primo invitato del matrimonio!!!

solo pochi bookmaker inglesi che si erano azzardati a quotare tale evento a quote da capogiro attorno a 1:1'000'000. ora piu' di uno, si dice, rischia il fallimento dopo essersi ridotto sul lastrico e si stanno ancora chiedendo come sia potuto succedere. uno di loro, che ha chiesto di non essere nominato, interpellato sul perche' di tanta audacita' ha risposto laconicamente: "sembrava un affare sicuro... - sembrava."

PNA - pota news agency

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unglaublich, aber wahr!!! es mag die wirtschaftskrise sein oder die globale erderwaermung, aber eines ist sicher: die welt, die wir bisher kannten ist nicht mehr dieselbe, alles ist auf den kopf gestellt und nun ist wirklich alles moeglich (angeblich suchen forscher bereits nach fliegenden schweinen):

patrick elmer, auch bekannt als memi, hat sich als erster offiziell als hochzeitsgast angemeldet!!!

nur wenige englische bookmakers hatten es gewagt hatten, ein solches ereignis auf ihr wettangebot zu setzen, zu schwindelerregenden quoten um 1:1'000'000. mehr als einer, so wird gemunkelt, steht nun unausweichlich vor dem bankrott und fragt sich, wie es soweit kommen konnte. einer von ihnen, der nicht namentlich erwaehnt werden moechte, wurde gefragt, weshalb er sich auf ein solch wagemutiges unterfangen einliess. seine wortkarge antwort war: "es schien ein todsicheres geschaeft."

PNA - pota news agency

fiona@bergamo spose



ciao a tutti

qualcuno ha dovuto arrivare a 33 anni prima di diventare modella :O)))
ieri a bergamo sposa, prime prove ufficiali :O)







i primi risultati erano sconcertanti...



ma piano piano le cose sono decisamente migliorate







grazie a laura per questa serata!



ps. saluti da bergamo

Friday, February 6, 2009

an inconvenient truth (not by but about al gore)

stavo guardando an inconvenient truth di al gore (fatto bene), ma quando ho visto la sequenza sulle elezioni perse nel 2000 - a proposito: cosa centrava? - mi sono arrabbiato di nuovo. anzi, mi sono accorto di essere ancora incazzato nero per il dilettantismo con cui perse quelle elezioni. e lasciamo stare la florida, la vittoria di pirro del voto popolare e la decisione della corte costituzionale: era impossibile perdere da vicepresidente uscente con 8 anni di boom economico straordinario alle spalle. in confronto il mccain del 2008 con il suo 47% in piena crisi economica, morale e militare sembra un colosso... e non dimenticate che gli sarebbe bastato vincere in tennessee, suo "home state"...

certo c'e' chi dira' che senza bush jr. non ci sarebbe stato obama. sara'. ma questa e' una fortuna della storia, mica una scusa per te, al!


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I was watching an inconvenient truth by al gore (nice documentary), when I saw the sequence inserted about the lost elections in 2000 - by the way: what was the point in including it? - and I got mad again. I realised that I'm still ****ing angry for the amateurish behaviour with which he/we lost those elections. and don't reduce it to florida, the recount, the supreme court decision and don't tell me about the useless victory in popular vote: it was simply impossible to lose as vice president elect after 8 years of unprecedented economic boom. by contrast, mr. mc cain in 2008 with his 47% of votes in the middle of an economic, moral and military crisis appears to be a political giant... and do not forget that it would have been sufficient to win tennessee, his home state...

well, some will argue that without bush jr., the election of obama wouldn't have been possible. but this is simply a lucky turning point of history. for sure not an excuse for yourself, al!

Thursday, February 5, 2009

matrimonio



ciao a tutti!

il sito del matrimonio e' finalmente attivo!
non vediamo l'ora :O)

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hallo zusammen!

unsere hochzeitswebpage ist endlich aktiv!
wir koennen es kaum erwarten :O)

Tuesday, February 3, 2009

ESCLUSIVO: severgnini per fiona e martin!!!



messaggio importante per fiona e martin di beppe severgnini (corriere della sera, ex economist, la voce und il giornale) in persona:
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wichtige mitteilung fuer fiona und martin von beppe severgnini (corriere della sera, ex economist, la voce und il giornale) hoechstpersoenlich:



saluti da fla e nadine da pizza italians a basilea no. LXXXVII